venerdì, maggio 19, 2006

Fallimenti e storie di perdenti

Le cose che finiscono, o che falliscono, o che vanno "male" non attraggono, evidentemente. Non attraggono e spaventano. Pochi hanno perso tempo a comprenderne le cause e le ragioni.

Con una cultura dominante troppo presa a celebrare le vittorie e i successi, i più sono mossi prevalentemente da spirito di emulazione e le loro ragioni sono fotocopie di se stesse. Non si concede nulla alla comprensione del perché certe cose, certe storie, certe iniziative non hanno "funzionato". Peccato! Sarebbe di grande aiuto, almeno per noi "dopo", per coloro che seguono, per colmare le lacune, per ovviare ai difetti, per entrare nelle cause che hanno originato un fallimento o un insuccesso.

Ma si è poco disposti a riconoscere d'aver fallito, e la stessa parola produce nei più lo stesso effetto (spavento, repulsione, ansia...) di una malattia schifosa. Debolezze umane? Si, anche. Fragilità e assenza di voglia di crescere, propenderei a dire io.

Impiegherò tempo per capire, per lavorare a favore degli anti-eroi di ogni giorno. Forse sarà un'iniziativa fallimentare... ma dove stà la novità?

venerdì, maggio 12, 2006

Viva la topa


Erano giorni che la tastiera non riusciva più a produrre lettere e parole. "Bisogna avere qualcosa da dire", rispondeva lei alle mie sollecitazioni. Le solite tastiere di cazzo...

Così in attesa di leggere qualcosa di interessante e avventuroso sul blog di Fabio, rompendomi i coglioni su questioni private e sentimentali, annoiandomi a morte e ...du' palle... sulla via del lavoro.... ricordavo e rimembravo gli ideali giovanili, le vecchie e care ideologie per le quali ci si appassionava fin sentendosi disposti a morire. Lo so che son parole di un vecchio. Me ne sbatto.

Così passeggio e penso, penso e passeggio. Unico scopo: evitare le cacche di cane sul percorso.

Cosa ci è rimasto, cari cazzoni? E mi riferisco in particolare agli over 35/40.

Due cene fuori alla settimana? L'auto nuova? La casa di proprietà? La vacanza sfigata all'estero? La linea e il fitness? Il lavoro soddisfacente e ben retribuito? La chat line? Il cellulare multifunzioni stereo che tanto non si sente mai un cazzo? Lucenti supermercati (ooops: centri commerciali) pieni di merde di ogni tipo? Le griffe delle marche pubblicizzate?

Una volta, sì una volta, c'era la topa! Quel magico fulcro sul quale l'universo creato era disposto a stare silenziosamente e miracolosamente in equilibrio. E non parlo di organi genitali, ma di un contesto vellutato misterioso magico seducente caldo tormentato gioioso e spensierato...
Un mondo con il quale avere da fare e da dire, per poter chiamare Vita la vita.

Anche questo siamo riusciti a sputtanarci, con tutte le sovrastrutture e la presunta evoluzione, il benessere, e cacate del genere. Non siamo più noi. Non siamo più animali, ora possiamo ambire a esercitare il ruolo di autentici rappresentanti di questa razza decadente, ignorante, sporca e ingombrante. Ci siamo persa la fabbrica delle emozioni per accontentarci di prodottini scadenti, banali, anonimi, di massa, ma bene imballati.

Perché occupiamo uno spazio vitale su questa terra? Qual'è in sintesi la nostra missione? Ora che viviamo i mezzi, gli strumenti, gli accessori come fossero diventati gli scopi, sappiamo cosa cazzo ci stiamo a fare?

Con un certo orgoglio noto che di cacche non ne ho pestata nessuna. Un risultato positivo anche per oggi...

Viva la topa oggi e siempre...

PS - In sottofondo 'S Wandeful, Diana Krall, The Look Of Love

lunedì, maggio 08, 2006

L'uomo della merda

Negli ultimi tempi, saranno tre o quattro mesi, mi capita sempre più frequentemente di pensare se ho fatto o no tutto ciò che potevo e dovevo per prendermi la mia fetta di torta da questo cazzo di vita e da questo mondo.

Ovviamente mi capita anche di pensare se sono ancora nelle condizioni o in tempo per prendere la famosa fetta di torta (considerando non l'avessi ancora fatta mia...), oppure se i giochi sono da ritenersi praticamente chiusi.

Quello che mi sconcerta, però, non è tanto la riflessione (qualche somma la si deve pur fare ogni tanto), ma il fatto che questo genere di pensieri mi investe quando sto facendo mestieri particolari: pulizie di vario genere, smaltimento immondizie, cambio lettiera del gatto, oppure qualche lavoro sporco e pesante...

Insomma... i pensieri e le valutazioni sul successo personale arrivano puntuali quando mi ritrovo con le mani nella merda.

Che significhi qualcosa? Non lo so, per ora non è un cruccio. In altri tempi non me ne sarei neppure accorto. E non immaginavo che la consapevolezza regalata dall'età permettesse di godersi così appieno la filosofia personale...

PS - Brano musicale suggerito per la lettura di questo post:
Sunday Morning - acoustic (gruppo: Maroon 5 - album: 1.22.03.Acoustic) oppure
Last Train Home (Pat Metheny - album: One Quiet Night)

mercoledì, maggio 03, 2006

Siamo meteore


Possiamo schiantarci in un attimo oppure condividere orbite di un momento o infinite, con altre meteore. Ma il materiale che compone ogni singola meteora è sempore diverso. Forse anche simile, ma mai uguale. Difficile o impossibile mantenere orbite identiche. Non è cattiveria, è fisica.

L'intensità del viaggio condotto assieme ad altri, piccolo o grande che possa essere, non costituisce alcuna garanzia sulla durata e sulla bellezza dell'orbita comune.

Il nostro viaggio individuale inizia in solitudine e prosegue con una rotta complessa, che riprende tra un'orbita comune e l'altra. A meno che non ci si disintegri. Nella prosecuzione, forse avremo anche una rotta tormentata, sicuramente modificata, ma è la nostra per tutto ciò che ci è capitato di vivere e di incontrare sul nostro tragitto.

A volte poi, accade de alcune orbite comuni possano sembrare identiche. Potrebbe capitare, ma è quasi impossibile. E' più probabile che le orbite siano simili e che solo la prospettiva da cui le vediamo le facciano apparire uguali. In molte occasioni le orbite di due meteore appaiono uguali solo alla nostra osservazione, ma in realtà anche se il disegno delle meteore coincide, esso è compiuto a distanze siderali, e l'esatta soprapposizione è solo un effetto ottico.

Quando inizia un'orbita comune non ci mandano un telegramma per avvertirci. Spesso ne siamo assolutamente inconsapevoli. E pur affascinati e gioiosi per un viaggio che percepiamo comune non abbiamo la consapevolezza e gli strumenti per costruire un vincolo con l'altro meteorite. Sarebbe complesso e faticoso, richiederebbe consapevolezza e intelligenza fuori dal comune.

Così accade che le orbite si divaricano, oppure che ci si renda conto della loro distanza. Le forze di reciproca attrazione non agiscono più... e riprendiamo il nostro viaggio nello spazio. Opporsi a ciò costa molto e non consente nulla. Nessun risultato è ottenibile dalla semplice opposizione a una legge fisica. Così proseguiamo sino allo schianto o sino a quando intercetteremo altre meteoriti per disegnare nuove e diverse orbite.


PS - Brano musicale suggerito per la lettura di questo post:
Change of Heart (Pat Metheny - album: Question and Answer) oppure
Cantaloupe Island (Pat Metheny, Jack DeJohnette, Herbie Hancock, Dave Holland - album: Parallel Realities live)